L’anoressia nervosa è un problema psicologico incluso nel DSM-5 (APA, 2013) tra i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Fanno parte della stessa categoria diagnostica anche la bulimia nervosa, il binge eating disorder (abbuffate compulsive), il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo, il pica, il disturbo della ruminazione e sintomi correlati.
L‘anoressia nervosa, escluse condizioni mediche in grado di giustificare la presenza del disturbo, si manifesta come una restrizione nell’assunzione di calorie in relazione alle necessità, che porta a un peso corporeo significativamente basso (inferiore al minimo normale o inferiore al minimo previsto) rispetto a età, sesso, traiettoria di sviluppo e salute fisica associata a paura di prendere peso o ingrassare e ad alterazione del modo nel quale viene vissuto il peso o la forma del proprio corpo. Può essere di tipo restrittivo oppure con abbuffate seguite da condotte di eliminazione e compensatorie (es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici, ecc.).
L’anoressia nervosa è un problema che ha il proprio esordio soprattutto in adolescenza e colpisce in percentuale maggiore le femmine rispetto ai maschi. Secondo quanto proposto dallo psicologo italiano Marco Baranello all’interno della psicologia emotocognitiva, l’anoressia è meglio inquadrabile come manifestazione di un disturbo ossessivo-compulsivo e/o in persone con tratti di personalità del cluster ansioso e, in alcuni casi, soprattutto quando presenti condotte di eliminazione anche con tratti di personalità come il disturbo borderline o il disturbo istrionico. La persona con diagnosi di anoressia nervosa manifesterebbe, in un’alta percentuale di casi, una tendenza al controllo volontario, una certa sensibilità ai dettagli, una scarsa tolleranza alla critica e sovente una risposta ansiosa o aggressiva ai tentativi degli altri di far notare il problema, in particolare nei confronti dell’ambiente familiare.
Quando un genitore si trova di fronte ai primi sintomi di anoressia nervosa della propria figlia, soprattutto se la ragazza è neo-adolescente, si trova improvvisamente a non avere strumenti per poter gestire in modo adeguato la situazione. Spesso il problema viene addirittura sottovalutato e appare in tutta la sua drammaticità soltanto dopo qualche anno dai primi segnali. Nessuno infatti ci insegna ad affrontare problemi di questo tipo e un genitore cerca di intervenire in modo diretto attraverso alcuni comportamenti che, pur essendo moralmente giusti, in realtà non funzionano e, anzi, spesso creano nella figlia reazioni oppositive o aggressive. Questo vale per tutti i problemi di natura psicologica che colpiscono un figlio all’interno del contesto familiare. Precisiamo subito che il problema non è dei genitori, come non è legato alle immagini televisive o a internet. Il problema si manifesta sulla base di un tratto di personalità del gruppo ansioso e viene soltanto esacerbato da situazioni ambientali specifiche che, comunque, sono “selezionate” della persona stessa. Il problema aumenta sotto “stress” ma, è bene precisarlo, non è eliminando i fattori stressanti che si risolve. Quello che si innesca è un circuito chiuso ben definito dalla psicologia emotocognitiva come “Loop Disfunzionale” (Baranello, 2006).
La terapia indiretta dell’anoressia adottata nei nostri centri di Roma e Milano, ad esempio, è basata sui principi emotocognitivi ed è di tipo psicoeducativo per finalità riabilitative. E’ stato messo a punto un protocollo d’intervento, sia diretto che indiretto, volto allo sblocco del “loop disfunzionale”.
Alcuni Comportamenti che non Funzionano
Tra i comportamenti e la comunicazione che in realtà non funziona ci sono i tentativi da parte dei genitori di far mangiare in modo adeguato la figlia, di spiegare o cercare di far capire, di farla sentire bella, di tranquillizzarla nei momenti di ansia, di convincerla o di spronarla. Quando il problema è legato a restrizione di cibo si tenta, ancora una volta erroneamente e senza successo, di preparare i cibi preferiti dalla figlia oppure di invogliare a mangiare cercando di presentare il cibo come gustoso o allettante. In diverse occasioni si fanno confronti tra prima e dopo il problema oppure si esalta un corpo con qualche chilo in più come più bello e così via. A volte i genitori provano con “minacce” del tipo “se continui così ti devono ricoverare”, ecc. Tutti questi atteggiamenti, come detto, non solo non funzionano ma possono diventare la base per il mantenimento e l’esacerbazione del disturbo, inoltre creano contrasto all’interno del contesto familiare, veri e propri conflitti che possono sfociare in risposte ansiose o addirittura aggressive.
Le adolescenti con tratti ossessivo-compulsivi di personalità o con tratti evitanti possono iniziare a chiudersi, a cucinarsi da sole cibi particolari o selezionati, potrebbero mangiare nella propria camera. Oggi con l’aumento di alcune patologie croniche come la celiachia, ad esempio, oppure numerose intolleranza alimentari (lattosio, uova, lieviti, ecc.) o alcune allergie, può emergere una storia di controllo alimentare anche nell’infanzia da parte dei genitori. Un controllo che il bambino non ha strumenti adeguati per capire immediatamente. Una storia di attenzione sull’alimentazione potrebbe in alcuni casi, non troppo frequenti in realtà, esacerbare un tratto fobico-ossessivo o una tendenza alla risposta ansiosa già presente nel soggetto.
Se da una parte, quindi, l’attenzione al rapporto con il cibo della propria figlia non aiuta a risolvere il problema in modo diretto anche il suo opposto, l’indifferenza, non produce effetti di soluzione. Quello che si inizia a vivere dal punto della famiglia è una forte sensazione di impotenza e così, sempre più spesso, quando un genitore si rivolge presso un nostro psicologo per la cura dell’anoressia nervosa della figlia adolescente spesso dichiara di averle provate tutte, con le buone o con le cattive ma senza alcun risultato realmente apprezzabile. Inizia lo sconforto, la paura per la salute fisica del proprio figlio, fino a una vera e propria risposta di allarme.
La preoccupazione dei genitori quando si ha una figlia affetta da un disturbo dell’alimentazione come l’anoressia è l’idea che si possa raggiungere quel “punto di non ritorno” che costringe la ragazza a ricovero ospedaliero e alimentazione forzata.
L’anoressia nervosa infatti, se non trattata in tempo e con metodi di cura realmente adeguati, può esitare in problemi molto più gravi con rischio diretto per la vita della persona. Non si tratta quindi di un semplice problema con il cibo ma di un vero e proprio disturbo che fortunatamente oggi, con strumenti adatti, può essere corretto anche in tempi piuttosto brevi e con alte aspettative di efficacia.
Le persone che si rivolgono presso un nostro psicologo esperto nella terapia breve dell’anoressia nervosa nei centri di psicologia di Roma e Milano, nella maggior parte dei casi provengono da cure non riuscite, da psicoterapia o da terapie farmacologiche che non hanno prodotto i risultati sperati. Molto spesso, soprattutto quando si tratta di adolescenti con anoressia nervosa i trattamenti classici possono addirittura coinvolgere l’intero sistema familiare. Spesso infatti ancora si consigliano terapia familiari dove si vede tanto la ragazza con anoressia quanto i genitori e, in molti casi, anche fratelli e sorelle con un impegno di risorse e di tempo piuttosto elevato ma non sempre con reali risultati in termini di remissione.
A qualsiasi psicologo, psicoterapeuta, medico-psichiatria ci si rivolgesse è bene ricordare che il professionista della salute deve poter indicare preventivamente la durata media statistica della terapia e quali risultati ci si dovrebbe aspettare nel breve, medio e lungo periodo. Questo atteggiamento da parte dello psicologo esperto nella cura dell’anoressia nervosa è doveroso in modo che il paziente possa valutare la reale efficacia del trattamento e sia così libero di poter cambiare la terapia qualora non rispettasse quanto indicato. Ovviamente ogni caso assume una propria specificità e andrebbe valutato nello specifico ma uno psicologo che si occupa di terapia nell’anoressia e di altri disturbi dell’alimentazione dovrebbe essere in possesso di dati statistici di orientamento.
Per questo motivo nei nostri centri di psicologia di Roma e Milano ogni psicologo indicherà sempre, in modo preventivo, sia le metodologie utilizzate, sia la durata media della terapia riabilitative, sia i risultati che ci si dovrebbe aspettare seguendo le indicazioni del professionista.
Per la cura dell’anoressia nervosa presso i nostri professionisti della salute si applicano in via preferenziale metodologie psicoeducative finalizzate alla terapia breve riabilitativa dell’anoressia nervosa e, quando si tratta di adolescenti, si predilige una terapia indiretta. Le cure di tipo indiretto si rivolgono esclusivamente al genitore (è sufficiente la sola presenza della madre se disponibile) a insaputa della figlia che manifesta il disturbo e quindi senza la presenza di quest’ultima. Lo psicologo in questo caso fornirà al genitore strategie di comunicazione e comportamento, altamente personalizzate, per poter portare il disturbo verso una sua remissione in modo del tutto spontaneo, impedendo di inserire in contesti di cura il proprio figlio evitando così di far sentire la ragazza diversa o malata. Questo modo di intervenire per la terapia breve dell’anoressia nervosa nei nostri centri di psicologia di Roma e Milano permette anche si ripristinare un certo potere educativo del genitore. Infatti il rischio che un figlio con anoressia possa ad un certo punto prendere “potere” nel condizionare la vita dell’intera famiglia è piuttosto alto.
L’intervento di tipo indiretto può anche essere di tipo non sanitario e puramente educativo. In questo caso si interviene aumentando la consapevolezza del genitore in merito ai processi di funzionamento dell’organizzazione all’interno del contesto familiare. L’obiettivo rimane quello di modificare la comunicazione con la propria figlia in modo da modificare il circuito chiuso che mantiene il problema.
Oltre la terapia psicologica breve indiretta dell’anoressia nervosa, presso i nostri centri di psicologia c’è la possibilità di richiedere sia una cura di tipo diretto, rivolta cioè al paziente che manifesta il problema. La terapia diretta è consigliata quando la persona vive all’esterno del contesto familiare ed è già consapevole di avere un problema per il quale vorrebbe trovare una soluzione.
L’ampia scelta delle metodologie di cura presente sul territorio permette di informarsi su quale sia la terapia migliore per l’anoressia nervosa. Siamo consapevoli che non tutti gli psicologi siano uguali, che non tutti i metodi funzionino allo stesso modo e che non sempre uno stesso psicologo o una stessa forma di cura siamo ugualmente efficaci per persone diverse. Ancora una volta ci troviamo ad affermare che non è sufficiente rivolgersi a uno psicologo qualsiasi ma è necessario conoscere quale professionista e quale metodo siano i più efficaci per la propria specifica esigenza.
Per tale motivo presso i nostri centri di psicologia di Roma e Milano sono attivi servizi di consulenza psicologica, consulenza educativa, orientamento clinico e di psicologia di base. Il servizio di psicologo di base permette di seguire il paziente con diagnosi di anoressia nervosa durante un eventuale percorso terapeutico anche esterno al nostro centro di psicologia. Lo psicologo può pianificare il piano di trattamento più adatto, consigliare a quali professionisti rivolgersi, verificare l’efficacia della cura in corso ed eventualmente suggerire percorsi alternativi.
Anche se nei nostri centri di psicologia per la terapia dell’anoressia nervosa in tempi brevi, senza uso di psicofarmaci e senza psicoterapia, l’efficacia è piuttosto elevata con rare recidive e con ottime aspettative di soluzione a lungo termine, non tutti decidono di intraprendere tale percorso se pur di durata limitata e con sedute ben distribuite nel tempo tali da permette di seguirlo anche per chi vive in città diverse da Roma o Milano nei quali ci troviamo. A volte può capitare infatti che il paziente non instauri una buona relazione con lo psicologo per diversi motivi e non possiamo forzare a un trattamento quando non c’è motivazione a intraprenderlo. La terapia psicologica indiretta per l’anoressia rimane, per i nostri psicologi professionisti, la migliore forma di cura per l’anoressia nervosa soprattutto per ragazzi e ragazza adolescenti che vivono in famiglia, almeno con un genitore.
Cerchiamo di riassumere in modo sintetico qual è la migliore cura dell’anoressia nervosa proposta nei nostri centri di psicologia per la terapia psicologica breve riabilitativa e quali interventi, sia psicologici che educativi è possibile richiedere:
- trattamenti clinici indiretti. E’ l’intervento d’elezione soprattutto quando la persona con anoressia è un adolescente che vive in famiglia. La cura indiretta prevede che in trattamento venga almeno un genitore (è sufficiente la presenza della madre quando disponibile), non prevede la presenza del minore e si svolge a completa insaputa di quest’ultimo. Lo psicologo esperto nella terapia indiretta dell’anoressia nervosa, dopo valutazione, fornirà al genitore strategie concrete di comunicazione e comportamento tese a sbloccare il circuito chiuso che mantiene sintomi e disturbo, aiutando a portare il problema verso una sua spontanea soluzione. In questo modo il minore non viene inserito in contesti di cura prevenendo la sensazione di sentirsi malato o diverso e aumentando le reali opportunità di soluzione in tempi brevi.
- trattamenti psicologici diretti. La terapia psicologica riabilitativa in tempi brevi diretta sul paziente con diagnosi di anoressia nervosa è consigliata quando la persona richiede direttamente un aiuto ed è motivata a intraprendere un trattamento. In questo caso la persona con anoressia nervosa deve essere consapevole che ci sia un disturbo dal quale da sola non riesce a trovare soluzione.
- psicologia di base. Lo psicologo di base presso i nostri centri clinici di Roma e Milano si occupa di seguire la situazione durante l’intero percorso di cura. Lo psicologo interviene per la valutazione della diagnosi iniziale, indica il piano terapeutico di tipo psicologico o educativo più adatto, verifica l’andamento della terapia applicata e verifica l’efficacia dei trattamenti psicologici applicati. Il servizio di psicologia di base permette così di avere un punto di riferimento sempre disponibile per sostenere la persona o i familiari durante l’iter terapeutico.
- interventi educativi. I percorsi di natura educativa vengono svolti da educatori o da psicologi adeguatamente formati e sono utilizzati per aumentare la consapevolezza della persona o del sistema familiare circa il funzionamento del problema e dei processi di organizzazione ambientale. Una conoscenza che diviene fondamentale anche per l’adesione a trattamenti clinici di tipo psicologico o medico. In diverse occasioni l’intervento educativo diviene uno strumento essenziale soprattutto quando la persona non aderirebbe a interventi di tipo sanitario.
Abbiamo cercato di indicare tutte le forme di intervento disponibili attualmente sia in ambito psicologico che educativo per trovare la migliore cura per l’anoressia nervosa in tempi brevi e con le più alte aspettative di efficacia disponibili. Informare rimane a nostro avviso la prima forma di tutela della libertà di scelta. Soltanto aumentando la nostra conoscenza e consapevolezza sulle reali possibilità di trattamento disponibili ognuno di noi sarà responsabile in modo cosciente delle proprie scelte. Purtroppo dobbiamo ancora una volta constatare che tale informazione manca in alcuni contesti di medicina di base. Spesso infatti il medico di famiglia non conosce realmente l’ampia gamma di trattamenti psicologici disponibili consigliando piani terapeutici di tipo psicologico ancora legati a vecchie scuole di pensiero. Auspichiamo nel prossimo futuro una maggiore consapevolezza dei servizi di medicina di base sulle nuove forme di terapia psicologica, sui trattamenti educativi, e sulle cure indirette per l’anoressia nervosa in modo da aumentare le possibilità reali di cura per un disturbo che, se non trattato in modo realmente adeguato, rischia di compromette pesantemente la vita stessa della persona e di conseguenza la vita di un’intera famiglia.
L’anoressia nervosa non è un gioco della persona sull’immagine corporea, non è una questione soltanto legata all’alimentazione. L’anoressia è un disturbo di natura psicologica che può portare a danni anche irreparabili sulla salute fisica della persona. Il disturbo va quindi trattato in modo adeguato, intervenendo precocemente e con un piano terapeutico personalizzato che tenga in considerazione tutte le possibilità di cura. La maggior parte delle persone cerca cure che siano più vicine possibile alla propria residenza o domicilio oppure facilmente raggiungibili. Il vero problema è che non tutti gli psicologi hanno la stessa formazione e non tutti i professionisti vicino casa sono realmente esperti nella terapia dell’anoressia nervosa. Sappiamo perfettamente che all’inizio del disturbo una famiglia tenti la strada più vicina. Dato che nei nostri centri di psicologia arrivano persone da ogni regione d’Italia e a volte anche dall’estero ci rendiamo conto purtroppo che ancora ci sono pochi professionisti in grado di presentare un’offerta realmente completa e basata su prove di efficacia.
Il consiglio principale rimane così quello di affidarsi a un servizio professionale di psicologia di base che permetta di attuare una pianificazione di trattamento sotto costante controllo. Chi si rivolge presso uno dei nostri centri di psicologia a Roma o Milano sarà messo sempre nella condizione di conoscere l’intero iter di trattamento, la durata complessiva della terapia psicologica sia diretta che indiretta, la verifica dei risultati e l’indicazione preventiva delle aspettative di efficacia a breve, medio e lungo termine. In caso il problema manifestato non trovasse sblocco entro la prima fase del trattamento sarà lo psicologo stesso a indicare eventuali alternative o proporre l’interruzione del trattamento. Queste modalità fanno parte di una pianificazione strategica che abbia sempre come obiettivo fondamentale la tutela della salute e del benessere della persona.
a cura di
Dott. Marco Baranello
Dott.ssa Emanuela Sabatini
Roma, 6 marzo 2018
come citare questa fonte
Baranello, M., Sabatini, E. (2018)
Terapia dell’Anoressia Nervosa Diretta e Indiretta
SRM Psicologia Rivista, Psyreview, Roma 6 marzo 2018
Per maggiori informazioni sulla terapia psicologica indiretta o diretta, gli interventi educativi o il servizio di psicologia di base presso un nostro psicologo a Roma o Milano è disponibile una SEGRETERIA COMPETENTE sempre raggiungibile (dal lunedì al venerdì) e alla quale risponderanno esclusivamente professionisti psicologi o consulenti educatori in grado di offrire tutte le informazioni utili su come procedere per iniziare o un percorso di terapia breve dell’anoressia di tipo psicologico riabilitativo sia per intraprendere un corso, sempre in tempi brevi, rivolto ai genitori per la gestione del problema di anoressia di una figlia che non riconosce il problema o che non vuole iniziare una cura diretta per il proprio disturbo dell’alimentazione.
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